Storia del Museo

Il Museo Joyce, che ha aperto i battenti nel 2004, giunge alla fine di un lungo percorso che ha fatto crescere l’attenzione sul rapporto fra lo scrittore irlandese e la città adriatica attraverso occasioni di studio, celebrazioni ed eventi spettacolari, a partire dagli anni ‘50.

2002

18° Simposio internazionale James Joyce. È stato l’evento culminante di un intenso periodo di attività, studi e ricerche joyciane e ha avuto luogo, non a caso, contemporaneamente alla Summer School, alla Stazione Marittima di Trieste fra il 16 e il 22 giugno. Solennemente inaugurato dall’ambasciatore irlandese in Italia, Mr. Frank Cogan, è stato frequentato da più di 450 persone che hanno ascoltato le riflessioni di relatori come Michael Groden, Thomas Staley, Carla Marengo Vaglio, Margot Norris, Zack Bowen e Terry Eagleton.
Le attività del simposio comprendevano letture di passi dello scrittore e critico triestino Claudio Magris e dei poeti irlandesi Paul Muldoon e Ciaron Carsan, una maratona di lettura del Finnegans Wake a cura di Adam Harvey e un concerto di musica lirica e popolare (scelta dal repertorio prediletto di Joyce) eseguito dall’ orchestra Opera Giocosa e dalle voci dirette da Severino Zannerini. La giornata conclusiva, infine, è stata caratterizzata da un’escursione a Pola, la meno conosciuta delle molte città di Joyce.

1997

Inaugurazione della prima James Joyce Summer School. La Scuola Estiva, ora alla sua ottava edizione (2004) offre ai frequentanti una settimana di conferenze e seminari su Joyce, con rappresentazioni, letture e attività sociali. Alla Scuola affluiscono studenti e appassionati di tutte le età provenienti da 20 paesi del mondo. Gli oratori delle passate edizioni includono: John Bishop, Rosa Maria Bosinelli, Zack Bowen, Eamon Hughes, Ken Monaghan, Geert Lernout, Edna Longley, Edna O’Brien, Danis Rose, Fritz Senn, Weldon Thornton.

1993

Ottobre è il periodo in cui si svolge il Joyce Festival di Trieste, organizzato dal gruppo del Laboratorio Joyce dell’Università di Trieste e inaugurato dall’ambasciatore irlandese in Italia, Mr. Patrick O’Connor.
L’evento è ospitato ospitato dal cittadino Teatro Miela che, per l’occasione, commissiona all’intagliatore triestino Renzo Possenelli una statua in legno a grandezza naturale che raffigura James Joyce. La statua, posta ad alcune file di distanza dal palcoscenico, è ora una presenza permanente nel teatro.
Il Festival ospita produzioni teatrali e rassegne cinematografiche, incontri e tavole rotonde, mostre e culmina nella lettura non-stop dell’Ulisse al Teatro Miela: il 9 ottobre alle 17.00 di sabato pomeriggio ha inizio la lettura che coinvolge, fino alla mezzanotte della domenica, settanta attori e attrici del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Centro Teatrale di Udine, diretti da Francesco Accomando. Un pubblico entusiasta – né si potrebbbe definirlo diversamente in considerazione della sua assiduità -, che include molti studenti da altre città italiane, segue la performance, trascorrendo la notte nel teatro nei sacchi a pelo. L’intera lettura è stata registrata in un video che il Teatro Miela ha donato al MUSEO JOYCE in occasione della sua inaugurazione.

1982

Il centenario della nascita di Joyce fu celebrato a Trieste da un comitato guidato dal sindaco, Manlio Cecovini, a sua volta letterato, studioso e scrittore, insieme a colleghi come Stelio Mattioni, Stelio Crise, Alfieri Seri e altri.
Le celebrazioni si aprirono con una conversazione su Joyce con Alberto Moravia e proseguirono con lo scoprimento del busto in bronzo di Joyce, opera dello scultore Marcello Mascherini (1906-1983), che fu posto accanto al busto di Svevo nel Giardino Pubblico della città. Nello stesso ambito ebbe luogo l’esposizione dei disegni di Bruno Chersicla È tornato Joyce che davano, nell’interpretazione dell’artista, un volto alla straordinaria galleria di ritratti degli amici e dei conoscenti triestini di Joyce (molti di questi ritratti sono riprodotti nella sezione amici, colleghi… di questo sito). L'”Anno di Joyce” si chiuse con un omaggio degli scrittori triestini Francesco Burdin, Manlio Cecovini, Carolus Cergoly, Stelio Mattioni, Renzo Rosso e Fulvio Tomizza e venne sigillato da un inserto speciale di quattro pagine curato da Roberto Curci su “Il Piccolo” che comprendeva articoli di Pier Antonio Quarantotti Gambini, Mario Nordio, Carlo Marengo, Vaglio e altri.

1971

Niny Rocco Bergera, Stelio Crise e altri studiosi e appassionati organizzano a Trieste il Terzo Simposio Internazionale James Joyce (14-18 giugno). Accompagnato da un’importante mostra di manoscritti, lettere, foto, prime edizioni e diari che documentavano la permanenza di Joyce a Trieste e da una mostra sulla corrispondenza tra Joyce e Svevo, in cui trovarono posto anche rare edizioni e altri materiali. La mostra era accompagnata da un catalogo, E Trieste, ah Trieste (Scheiwiller), che rimane un’importante fonte documentaria per quanto riguarda il soggiorno dello scrittore irlandese a Trieste.

1965

Nel febbraio del 1965 Letizia, la figlia di Svevo, legge un breve scritto sul rapporto di suo padre con lo scrittore irlandese, incentrato prevalentemente sul periodo successivo alla partenza di Joyce da Trieste chee ella meglio poteva testimoniare per ragioni anagrafiche.

1955

Poco prima della sua morte, Stanislaus tiene all’Università di Trieste una conferenza sull’Incontro di Svevo e Joyce che, oltre a essere ricca di ricordi personali utili a illluminare i termini del rapporto fra Joyce e Svevo, conteneva una riflessione interessante sulla influenza reciproca dei due autori (che Stanislaus, semplicemente ma in modo convincente, nega) e alcune notizie sul rapporto dei due autori con la psicanalisi.

Condividi