BLOOMSDAY 2024 – UNA FESTA PER JOYCE
Dal 14 al 16 giugno a Trieste raccontiamo I Lestrigoni
Quindicesima edizione del festival che celebra, racconta, rivive il capolavoro di James Joyce Ulisse, un capitolo alla volta. Dopo i peccati della carne di cui abbiamo parlato – ma su cui abbiamo anche suonato, ballato, raccontato, recitato e disegnato – lo scorso anno con Circe, in questa nuova edizione parleremo dei peccati della gola nella loro varietà e complessità, e nel loro riflesso sulla società contemporanea. L’episodio scelto per il Bloomsday 2024 è, infatti l’ottavo capitolo di Ulisse, intitolato I lestrigoni, che non a caso nel romanzo è ambientato all’ora di pranzo ed è tutto dedicato ai temi del cibo, dell’appetito, della degustazione (ma anche della disgustazione), dello stomaco e della digestione. Prosa peristaltica l’ha definita il suo autore, che passa per l’esofago.
«Bloom parla ma se c’è un odore di cibo nell’aria, il suo cervello ne è invaso». Sono parole di Italo Svevo che, da lettore intelligente, aveva subito compreso quanto il personaggio di Joyce – che d’altro lato, come si sa, è ispirato proprio a lui – sia dominato dall’idea del mangiare, della cucina, dell’ingestione del cibo. E del resto in alcuni scritti di Joyce, in particolare nelle lettere, il rapporto sensuale e avido dello scrittore con il cibo emerge chiaramente, come in questa lettera scritta alla compagna Nora da Dublino il 20 dicembre 1909, in procinto di far ritorno a Trieste: «Oh, che fame che ho adesso. Il giorno in cui arrivo chiedi a Eva di fare uno dei pudding da tre soldi e prepara una salsa alla vaniglia senza vino. Vorrei del rosbif, risi in brodo, capuzzi garbi, purè, pudding e caffè nero. No, no vorrei stracotto di maccheroni, un’insalata mista, prugne cotte, torrone, tè e presnitz. Oppure no vorrei anguille alla marinara, o polenta con… Scusami, cara, stasera ho fame. (…) Sono tanto contento di essere ormai in vista di Miramar».
È per raccontare questo grande incontro fra letteratura e gastronomia che i promotori del festival, il Comune di Trieste, per il Tramite del Museo Joyce Museum, e l’Università di Trieste, attraverso il Dipartimento di Studi Umanistici, il comparto della Promozione turistica regionale e del Convention and Visitors Buro e il museo LETS – Letteratura Trieste, lanciano la nuova “festa per Joyce”: Bloomsday 2024.
L’ospite d’onore di questa edizione sarà un grande appassionato di libri e di lettura e un grande divulgatore della cultura letteraria di origine triestina, Piero Dorfles che si è generosamente prestato a dar vita a una speciale “puntata” del famoso format televisivo Per un pugno di libri (in questo caso di Joyce), che da molti anni lo vede protagonista, affidandosi alla presentazione di Martina Vocci e di Riccardo Cepach. Ritroveremo molti degli appuntamenti e dei protagonisti storici del festival a partire dalle colazioni “immersive” messe in scena dalle associazioni di teatro amatoriale legate all’Armonia e servite ai partecipanti nella meravigliosa cornice dell’ex faro Lanterna gestito dalla Lega Navale che nuovamente, come già in nella indimenticabile edizione del centenario del 2022, offre i suoi spazi per ospitare per tre giorni le colazioni e, il 14, la conferenza-spettacolo di apertura Lestrigoni in mezz’ora a cura di Laura Pelaschiar (Università di Trieste) e Ester Galazzi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Ritroveremo anche la collaborazione del servizio Androna Giovani di ASUGI, ALT – Associazione di cittadini e familiari di Trieste per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze che con il nuovo gruppo di giovanissimi Hope Spot e la guida sicura di Matteo Verdiani, porteranno alla contemporaneità i temi trattati da Joyce, come la voracità e il disgusto, in chiave di tormentato dialogo interno. Né potranno mancare i walking tour joyciani e letterari, la vena surreale e coloratissima dell’artista senza volto Andy Prisney, il cui nuovo libro sarà presentato da Cristina Feni (Museo LETS) e Nanni Spano (Ass. DD-Project), le magie di cartotecnica applicata (alla fantasia) della paper engeneer Annalisa Metus, il nuovo libro della serie Divagazioni gastronomiche sul’Ulisse – in questa occasione più opportuno che mai – di Martina Tommasi, la nuova monografia svevo-joyciana di Andrea Pagani.
La mostra che illustra il capitolo intitolata da un celebra aforisma joyciano – Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi – è stata affidata a Roberto Abbiati, eclettico uomo di teatro, attore, drammaturgo, ma anche graffiante disegnatore che ha firmato per altro anche la grafica coordinata del festival stampata su tutti i supporti e, da quest’anno, richieste a gran voce nelle precedenti edizioni, anche le t-shirt commemorative di Bloomsday 2024, che saranno in vendita presso la sede del nuovo Museo LETS, in piazza Hortis, nelle giornate del festival.
Fra le novità, la collaborazione con gli specialisti di LEXIT–escape room, che hanno voluto proporre una sintetica esperienza di gioco, intitolata naturalmente Escape Bloom, fuga dalla cucina, per piccoli gruppi di curiosi che potranno divertirsi a risolvere gli enigmi che apriranno loro la porta (di uscita) dalla storica cucina del Museo Sartorio. C’è poi il nuovo spettacolo scritto e diretto da Giuliano Zannier per gli attori dell’Armonia che, naturalmente, è ispirato al capitolo ottavo e verrà recitato secondo una formula analoga a quella “immersiva” delle colazioni, nella centrale e joyciana piazza Ponterosso: il pubblico potrà assistervi consumando lo speciale menù triestino-irlandese del ristorante Al vecio canal. Lestrigoni: gorgoglii, denti, mascelle e gorgonzola cheese è il titolo della nuova messa in scena realizzata e diretta da Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo dell’Università di Trieste con la collaborazione di studenti, attori in erba e professionisti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia presso la sala Bartoli del Politeama Rossetti. Riccardo Cepach del Museo Joyce, in trasferta a Dublino nelle prime due giornate di festival ma fedele all’edizione triestina nella terza, quella del Bloomsday propriamente detto, curerà il collegamento con il James Joyce Center di Dublino e la sua direttrice, Darina Gallagher, per un saluto in diretta on-line fra le due città joyciane per eccellenza. Susan Petri darà vita a una nuova incursione artistica nelle onomatopee amate da Joyce con il suo laboratorio Poppysmic plopslop. Musica e danza saranno invece protagoniste nella giornata di apertura con le arie irlandesi del concerto Folk Syrens, proposto dall’arpa celtica di Martina Seleni, dal violino di Eliseo Baldizzi e dalla voce della soprano Ilaria Zanetti, mentre un ensemble misto di musicisti e danzatori darà vita a Crucis Verba. Lucia Joyce e la danza sull’Ulisse di Maria Beatrice Orlando. La grande abbuffata di Marco Ferreri è la scelta, quasi obbligata, per l’appuntamento con il cinema.
Appuntamenti enogastronomici a tema joyciano e irlandese, oltre alle colazioni, saranno inoltre offerti dal bar libreria Knulp, adiacente alla sede del Joyce Museum e dal ristorante Mimì e Cocotte, mentre il Bloomsday party conclusivo, allietato come sempre dalla musica irish dei Wooden Legs sarà a cura del Bounty Pub di via Pondares.
Tutti gli eventi del Bloomsday Trieste sono a ingresso gratuito tranne quelli che coinvolgono le degustazioni enogastronomiche. Si rimanda al programma completo scaricabile all’indirizzo: https://museojoycetrieste.it/ e sui canali social https://www.facebook.com/MuseoSvevoJoyce/ e https://www.instagram.com/letteraturatrieste/ .
Per informazioni:
Museo Joyce Museum,
via Madonna del mare, 13 – Trieste
www.facebook.com/MuseoSvevoJoyce
tel. 040 6758170 / 8182 – 3288645817
museojoyce@comune.trieste.it