Dalla torre di Stephen
alla stanza di Molly
Il 16 giugno, Bloomsday appunto, e’ la data-simbolo in cui in tutto il mondo gli studiosi e gli appassionati lettori di James Joyce celebrano il genio dello scrittore irlandese, perche’ è il giorno in cui è ambientata l’azione del romanzo ‘Ulisse’ e, pertanto, tutta la peripezia del suo eroe, Leopold Bloom, attraverso le strade della sua Dublino.
E Trieste non puo’ non festeggiare, dato che lo scrittore vi soggiorno’.
Così, sulle tracce dell’edizione 2010, la città ha organizzato una mostra di quadri dedicata all’ ‘Ulisse’ a uno spettacolo teatrale.
Le celebrazioni sono curate dal Servizio Bibliotecario Urbano e dall’Universita’ di Trieste, partner nella gestione del Museo Joyce Museum, in collaborazione con l’Associazione Culturale DayDreaming Project. Il titolo della manifestazione e’ ‘Bloomsday 2011 – Dalla torre di Stephen alla stanza di Molly’.
L’artista novarese Paolo Colombo, in 111 tele ha rivisitato e tradotto in immagini il famoso libro.
I curatori della mostra ne hanno scelte 2, che saranno esposte al Museo Joyce Museum, una per ogni capitolo del libro, più altre 3 che rappresentano i protagonisti ‘Ulisse’: Leopold Bloom, Stephen Dedalus e Molly Bloom.
Altre 16 tele saranno esposte alla Galleria MetroKubo di via dei Capitelli, a pochi metri da piazzetta Barbacan. Questi ultimi 16 quadri sono ispirati dal capitolo ‘Circe – Il bordello’.
da il Corriere di Novara 10 Febbraio 2011
L’Ulisse di Joyce “tradotto” in quadri
Presentato a Roma il progetto realizzato dal pittore novarese Paolo Colombo
NOVARA – Una cornice prestigiosa per un progetto che si segnala per la sua unicità. È “Parole raffigurate”: ovvero “Dalla Torre di Stephen alla stanza di Molly”. Il pittore novarese Paolo Colombo ha “tradotto” in quadri l’Ulisse di James Joyce. E, in occasione del convegno internazionale “Why read Joyce in the 21st Century”, che si è svolto nei giorni scorsi, presso il Dipartimento di Letterature Comparate dell’Università Roma Tre, nel 128° anniversario della nascita dello scrittore irlandese, il progetto ha avuto un palcoscenico di rilievo.
«La realizzazione di questo lavoro, sia per l’ampiezza che per l’attenta e scrupolosa analisi del testo, nella descrittiva rappresentazione di cose e persone – spiega Colombo – è da considerarsi unico e primo confronto tra parole e immagini nel percorso dell’Ulisse. Nella rivisitazione dell’opera letteraria si raffigura la giornata di Bloom, Stephen e Molly, l’incontro con i vari personaggi, cose e situazioni in cui il fantastico, il surreale e l’onirico si intrecciano, ricreando l’universo di Joyce». L’evento avrà un percorso itinerante in diverse città, non solo italiane: la mostra si compone di 111 dipinti, olio su tela, di 80 per 90 centimetri. Alla base del progetto il fascino che la lettura di Joyce ha sempre suscitato nel pittore novarese. «Ritengo – aveva detto qualche anno fa Colombo al nostro giornale, esponendo quello che all’epoca era un progetto embrionale – che anch’egli sia un pittore, in quanto riesce a tradurre in immagini quello che scrive. E ciò non è assolutamente facile per uno scrittore».
Così, dall’incontro di Colombo con il testo, «in assoluto il più immaginativo nella prosa del XX secolo», è nato il progetto. «Ho intrapreso il mio viaggio, seguendo il metodo dello “step by step” o, se volete, “page by page”, vagando da una scena all’altra, non come un lettore, ma come uno spettatore, con l’occhio attento a catturare i dettagli più onirici, inaspettati, improbabili, sorprendenti. Leggi dei segni e, quasi inconsapevolmente, li vai a tradurre sullo schermo della tua fantasia. Innumerevoli sono le interpretazioni date dagli studiosi dell’Ulysses ma, attratto dalle situazioni che il percorso spazio-temporale offriva, dai personaggi che lo animavano, ho realizzato personali scoperte. L’immagine rappresenta e non spiega la storia, ma invita il lettore-spettatore a giocarci dentro». Per il progetto, dunque, un palco di prestigio: il percorso pittorico di rivitazione e traduzione in immagini dell’Ulisse “ha destato grande interesse – commenta Franca Ruggieri, presidente della James Joyce Foundation dell’Università Roma Tre – per l’originalità e l’unicità del lavoro”.
Il progetto si arricchirà di una documentazione multimediale: «Verrà realizzato un cd – conclude il pittore novarese – in cui le immagini dei dipinti saranno presentate in particolari dissolvenze, accompagnate da un’idonea colonna sonora, per ricreare quei momenti sfuggenti del poliedrico mondo di Joyce».
Eleonora Groppetti