Nato a Pola il 5 maggio 1854. Iniziò a studiare pianoforte molto tardi, all’età di 16 anni e proseguì studiando composizione a Milano, ma recuperò presto il tempo perduto, se si considera che scrisse la sua prima opera, Prezioso, nel 1876. Nel 1882 sposò Maria Jetti Polla. Si stabilì a Trieste nel 1895, anno in cui la sua opera Nozze Istriane debuttò al Teatro Verdi. Silvio Benco fu il librettista di diverse opere di questo interessante musicista, che lavorò alla sua opera sprofondato, dal 1903, in una completa cecità. Di Benco era anche il libretto di quell’Abisso – che debuttò a Milano nel 1914 – con cui la sua carriera raggiunse il culmine. Dopo la prima guerra mondiale insegnò composizione al Conservatorio Tartini e passò gli ultimi anni della sua vita nella località balneare di Grado, a pochi chilometri da Trieste, dove morì il 15 aprile 1929.
Nel suo diario triestino, Stanislaus ricorda il fratello James che canta un’aria da Nozze Istriane; del resto è molto probabile che lo scrittore abbia assistito anche alle altre produzioni smaregliane allestite a Trieste, considerata la circostanza che li vedeva dirimpettai quando i Joyce abitavano in Barriera Vecchia.
I rapporti fra Joyce e Smareglia non furono episodici e furono improntati dalla stima che l’irlandese dimostrava per il lavoro del musicista: Benco, in una lettera a Smareglia del 1912, testimonia al compositore l’ammirazione che Joyce gli portava, citando le sue parole secondo cui il compositore sarebbe stato «l’unico artista che viveva a Trieste il cui nome sarebbe stato ancora conosciuto dopo un secolo».