Alla sua terza edizione, la celebrazione del Bloomsday ripropone la formula già collaudata nelle passate edizioni (inaugurazione di una mostra grafico/pittorica ispirata all’opera e alla figura di Joyce accompagnata da eventi teatrali e musicali) arricchendola di appuntamenti e occasioni di incontro.
Bloomsday 2012
Terza Edizione
Il 16 giugno – Bloomsday, appunto – è la data-simbolo in cui in tutto il mondo gli studiosi e gli appassionati lettori di Joyce celebrano il genio dello scrittore irlandese, perché è il giorno in cui è ambientata l’azione del romanzo Ulisse e, pertanto, tutta la peripezia del suo eroe, Leopold Bloom, attraverso le strade della sua Dublino.
Per festeggiare la ricorrenza il Servizio Biblioteche del Comune di Trieste, unitamente al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, partner nella gestione del Museo Joyce Museum e la Trieste Joyce School con la collaborazione dell’Associazione Culturale DayDreaming Project, della Scuola di Musica 55 e il contributo della Regione FVG presentano BLOOMSDAY 2012 – Una festa per Joyce.
Alla sua terza edizione, la celebrazione del Bloomsday ripropone la formula già collaudata nelle passate edizioni (inaugurazione di una mostra grafico/pittorica ispirata all’opera e alla figura di Joyce accompagnata da eventi teatrali e musicali) arricchendola di appuntamenti e occasioni di incontro.
Questo il programma della giornata:
- ORE 11.00
Museo Sartorio, Largo Papa Giovanni XXIII, 1: Conferenza di John McCourt: Ulisse in mezz’ora; a seguire: presentazione del volume Zois in Nighttown. Prostitution and Syphilis in the Trieste of James Joyce and Italo Svevo di Erik Schneider, edizioni Comunicarte (interventi di Pia Covre, del Comitato per i diritti civili delle prostitute, e di Roberto Mezzina, direttore del Dipartimento di salute mentale di Trieste), al termine: Bloomsday lunch, menù irlandese presso “Osteria Le Marise”, via F. Venezian, 11/f - ORE 18.00
Sala mostre ex-Ajat, piazza Unità d’Italia: J.Joyce D.Downtown – happening con Guglielmo Manenti, Sergio Pancaldi e Christiana Viola; interventi musicali di Tiziano Bole e Marco Steffè; a seguire: inaugurazione della mostra DD – Domestic Drama di Andrea Guerzoni; al termine Bloomsday dinner, menù irlandese presso “Pub Mastro Birraio”, via F. Venezian, 24/b. - ORE 21.00
Orto Lapidario, piazza della Cattedrale, 1: James Joyce a Trieste. Quando el mulo Zois parlava in triestin, lettura-spettacolo a cura di Laura Pelaschiar, con Maurizio Zacchigna; a seguire: JJ late night walking tour – itinerario a piedi nella Nighttown di Joyce a cura di Erik Schneider.
L’esposizione delle opere ispirate a Joyce dell’artista Andrea Guerzoni presso la centralissima sala ex-Ajat di piazza Unità d’Italia rimarrà aperta fino al 15 luglio (tutti i giorni con orario10-13 e 16-19) e, come il resto delle manifestazioni in programma, è a ingresso libero.
Joyce amava le vie della città vecchia di Trieste che agli inzi del ’900 erano caotiche, malsicure ma piene di vitalità. Questa passeggiata notturna guidata dallo studioso che su questa zona ha svolto approfondite ricerche, è il modo migliore per raccontarne la storia.
Daydreaming Magazine Video
Riprese video
Nani Spano
Montaggio
Fausto Vilevich
Musiche
Bachibaflax
DOMESTIC DRAMA di Andrea Guerzoni
Sala mostre ex AIAT – piazza Unità d’Italia 4B
16 giugno – 15 luglio 2012
orario: tutti i giorni, 10.00 – 13:00 / 16:00 – 19:00
ingresso libero
Le piccole cose della vita quotidiana. Personaggi e oggetti, tutti in scena nella stessa giornata, il 16 giugno, affollano le pagine dell’Ulisse di James Joyce.
La misteriosa vita degli oggetti dell’Ulisse, sebbene cominci molto prima, culmina nel capitolo Circe.
Nel mondo notturno e visionario del bordello sono molti gli oggetti provvisti di autonomia linguistica e movimento che compaiono come attori della pantomima: un grammofono, un orologio, un sapone, una pianola, il ventaglio di Bella Cohen, il berretto di Stephen.
“Gli oggetti parlanti di Circe sono gli amuleti e i feticci di un mondo improvvisamente sfuggito al tempo della storia e diventato animista e mitologico” (C. Patey*)
I copricapi joyciani, anch’essi dotati di una propria identità, irrompono copiosi: berretto da fantino e da alpinista, cappello a tricorno violetto e bombetta grigia, berretto da casa e cuffietta a nastri da dama, cappellino alla marinara e berretto di pelo, sombrero spiovente impennacchiato e berretto a sonagli. E oltre agli oggetti, anche le singole parti del corpo umano godono di una vita indipendente: ecco una testa femminile separata dal busto e quella maschile tenuta sotto braccio dall’interessato, o la mano di morto che scrive sul muro.
Nei disegni di Guerzoni realizzati per il Bloomsday di Trieste si ritrova, oltre al fenomeno dell’animazione degli oggetti e delle curiose e inaspettate metamorfosi facciali, quel senso di straniamento che può cogliere il lettore dell’Ulisse.
Nell’installazione “Maestro di colore”, serie di tele in stoffa di varie dimensioni, alcune delle quali con un aforisma ricamato tratto dal quindicesimo capitolo del romanzo (Circe), Guerzoni evoca i sublimi colori inventati da Joyce, in particolare le tonalità dell’azzurro: fumo, argento, crepuscolo, salino, verdastro, luna, ma anche le tonalità rosafragile, grigioluna, argentoviscosa, brunodorato, salsosangue, presenti nelle Poesie da un penny.
Cose da poco, appunto, capaci di rimandare ad un universo privato, domestico, comune e condivisibile.
*Patey, C. “La logica di Ulysses: musica, mito, metonimia”, in C. De Petris (ed.), Joyce Studies in Italy, Roma: Bulzoni, 1998