Nato a Trieste il 6 (o il 7) gennaio 1872. Studiò medicina a Graz specializzandosi in ostetricia e ginecologia (altre fonti lo dicono laureato a Vienna nel 1895). Per un certo periodo prestò servizio come medico militare. Una volta a Trieste, in aggiunta alla pratica privata, diresse anche il reparto di ostetricia alla Poliambulanza. Nonostante si dichiarasse sempre “privo di religione” come è ovvio da parte di un uomo con le sue idee politiche, le origini ebraiche della sua famiglia ne fecero la vittima di un’immorale campagna diffamatoria da parte del giornale antisemita locale, “Il Sole”. Il caso finì in tribunale ma venne lasciato cadere a causa di un cavillo; del resto Senigaglia, che era anche un esperto schermidore, conosceva altre vie per vendicarsi di un’offesa (come dimostra il suo coinvolgimento in un duello nel 1902).
Forse già allievo del professor Joyce, fu il dottore che fece nascere Giorgio nel luglio 1905, diventando perciò, in qualche modo, una sorta di medico di famiglia dei Joyce: fu lui che si prese cura drello scrittore durante i suoi attacchi di febbre reumatica nel maggio-giugno 1907, e fu ancora lui che assistette Nora durante la gravidanza che portò alla nascita di Lucia e ancora durante la terza disgraziata gravidanza nel 1908.
Nell’agosto 1906 Senigaglia sposò Angelina Persich, con la quale aveva avuto una relazione lunga 6 anni e forse un figlio fuori dal matrimonio (fatto che stride in qualche modo – ma anche no se lo consideriamo come espressione di prudenza dettata dall’esperienza – con il consiglio dato a Joyce in occasione della nascita di Lucia di registrarsi all’ Ospedale Maggiore come marito di Nora, anziché come suo compagno.
Senigaglia – ed è un altra delle ragioni delle sue buonbe relazioni con Joyce – era un socialista e fu eletto nelle file del Partito Socialista (fece parte della Giunta Comunale ra il 1909 e il ’13); inoltre venne nominato capomedico del fondo medico assicurativo dei lavoratori, la Cassa Ammalati, quando questa passò sotto il controllo socialista nel 1909 e fu un membro autorevole dell’associazione culturale progressista “Circolo di studi”.
Rimase a Trieste durante la prima guerra mondiale e aprì una clinica privata in via Battisti 26. Morì inaspettatamente il 5 luglio 1919, a quanto pare di un morbo di cui l’aveva contagiato uno dei suoi pazienti. Il suo necrologio nel giornale socialista, “Il lavoratore”, nel luglio 1919, parla del suo impegno per il partito e per la classe operaia.